In occasione del Giorno della Memoria, pubblichiamo un interessante articolo della giovane laureata Madalina Mihaela Ghita, che ci presenta i risultati dell’indagine da lei condotta sulla percezione della Shoah da parte di giovani studenti della scuola secondaria e dell’università. Con uno stile molto spontaneo e personale, l’autrice illustra le motivazioni alla base del suo progetto, il metodo di elaborazione e la struttura del questionario da lei ideato e somministrato a un campione di giovani italiani e romeni, chiamati a esprimersi sull’Olocausto e a scandagliare le proprie conoscenze sull’argomento: la propria Memoria.
Il progetto poetico di Paul Celan fu sempre improntato alla ricerca di un linguaggio capace di far risuonare la voce degli ebrei assassinati per mano nazista, di rendere testimonianza. L’opposizione che lo tormenta negli anni del dopoguerra è quella tra l’oblio, capace di anestetizzare il dolore che toglie il respiro e impedisce di parlare e vivere, e la volontà, sentita come necessità vitale, di tenere viva la memoria di quanto accaduto, nella sua funzione di monito perpetuo.
La correlazione tra ‘oblio e memoria’ è al centro della riflessione di Madalina Ghita e della sua ricerca, che svela qualcosa di interessate sul sentire dei giovani e sul loro desiderio di comprendere e confrontarsi con quanto è accaduto e accade, con la realtà e con l’orrore in cui essa, in alcuni casi, trascina.
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Parlare della Shoah a scuola_Madalina_Ghita